La “sostenibilità” è diventata una parola chiave anche nel mondo dell’arredamento. Ma per enti pubblici e aziende non si tratta solo di una tendenza: scegliere arredi CAM – cioè conformi ai Criteri Ambientali Minimi – è spesso un obbligo normativo e, sempre più, una scelta strategica. I CAM sono uno strumento del Ministero dell’Ambiente pensato per guidare gli acquisti pubblici (ma non solo) verso soluzioni che riducano l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita del prodotto.
Quindi, come si fa a riconoscere davvero un arredo conforme ai CAM? Quali documenti e certificazioni servono? Come si distingue un fornitore affidabile da uno che si limita a “dichiarare” la conformità? In questa guida pratica proviamo a rispondere a tutte queste domande, in modo chiaro e concreto.
Quando parliamo di arredi CAM, ci riferiamo a mobili – scrivanie, sedie, armadi, panche – progettati, prodotti e distribuiti secondo criteri ambientali ben precisi. I CAM definiscono i requisiti che questi prodotti devono rispettare: ad esempio, devono essere composti (in tutto o in parte) da materiali riciclati o rinnovabili, devono rilasciare basse emissioni di formaldeide e composti organici volatili (VOC), essere durevoli, riparabili, facilmente smontabili e riciclabili al termine della loro vita utile.
Questi criteri non si basano su autodichiarazioni: richiedono prove, tracciabilità e spesso certificazioni di parte terza. È qui che iniziano le difficoltà per chi si trova a dover fare acquisti consapevoli.
Uno dei primi segnali che ci aiuta a scegliere arredi CAM è la presenza di certificazioni ambientali riconosciute. Tra le più importanti troviamo:
FSC® e PEFC™, che attestano che il legno proviene da foreste gestite responsabilmente.
EPD (Environmental Product Declaration), una dichiarazione ambientale che descrive in modo trasparente l’impatto del prodotto lungo il suo intero ciclo di vita.
ISO 14001, che certifica che l’azienda segue una politica di gestione ambientale strutturata e monitorata.
Queste certificazioni non sono tutte obbligatorie per la conformità ai CAM, ma rappresentano un forte indicatore di affidabilità e trasparenza. Se un arredo dichiara di essere “green” ma non ha alcun documento che lo dimostri, è il caso di approfondire (o cambiare fornitore).
Uno dei passaggi più importanti è scegliere un fornitore serio e preparato, capace di fornire tutta la documentazione richiesta. Molti produttori oggi si dichiarano “eco-friendly”, ma pochi sono davvero in grado di rispondere a una gara d’appalto pubblica con criteri CAM.
Ecco una semplice checklist da usare per valutare l’idoneità del fornitore:
È in grado di fornire certificazioni aggiornate (FSC, PEFC, EPD)?
Conosce la normativa CAM e sa spiegare come i suoi prodotti la rispettano?
Fornisce dichiarazioni ambientali dettagliate sui materiali?
Dimostra la tracciabilità della filiera e la gestione del fine vita del prodotto?
Ha già lavorato con la pubblica amministrazione o ha esperienza con gare CAM?
Un buon fornitore sarà trasparente, collaborativo e pronto a fornire ogni documento richiesto. Al contrario, risposte vaghe o reticenti dovrebbero accendere qualche campanello d’allarme.
Scegliere arredi CAM non è solo un adempimento burocratico. È una reale opportunità per migliorare la qualità degli ambienti lavorativi, ridurre gli sprechi, valorizzare la filiera produttiva sostenibile e comunicare un impegno concreto verso la transizione ecologica. Non si tratta solo di “fare la cosa giusta”, ma di farla con metodo, documenti alla mano e attenzione al dettaglio.
In un mondo in cui la sostenibilità non è più opzionale, questa è una strada da percorrere con convinzione.